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In occasione della Giornata Internazionale dello studente, l'intervista a uno studente ucraino

Il 17 novembre si celebra la Giornata Internazionale dello studente, una ricorrenza con cadenza annuale volta a rivendicare il diritto allo studio e il diritto degli studenti ad esprimersi. A scuola durante le lezioni di psicologia e di storia abbiamo dedicato dei momenti di riflessione guidata con le insegnanti, sul significato di questa giornata. È una data molto importante perché, il 17 novembre 1939, otto studenti e un professore furono giustiziati senza processo per aver manifestato contro il regime nazista a Praga. Altri 1200 studenti furono deportati nei campi di concentramento e tutte le università furono chiuse con lo scopo di frenare l’attivismo accademico. Il diritto allo studio è inalienabile e rappresenta le fondamenta sulle quali si regge una società civile. Lo studio forma la mente, la personalità e accresce la cultura personale, ci offre i mezzi necessari alla comprensione della realtà, da sempre è strumento avverso all’oppressione ed elemento di autodeterminazione.

“Strettamente collegata alla libertà di pensiero è la libertà d’istruzione. Affermare che la scuola è aperta a tutti significa caratterizzare lo Stato Sociale come Stato di Cultura”. Questo è l'articolo 34 della nostra Costituzione, ed è solo uno degli articoli che tutela la nostra istruzione e la libertà dell'insegnamento, cosa che dopo anni di scuola si darebbe quasi per scontata, ma in alcuni paesi come Russia, Corea del Nord e Iran, l'istruzione viene usata come mezzo per plasmare le menti secondo un regime, spesso limitante e autoritario. Si può citare un altro articolo della nostra Costituzione, il 28, secondo il quale uno dei diritti fondamentali dell'infanzia sia l'istruzione. Soprattutto da piccoli si vive la scuola come un dovere, come un'imposizione, ma non ci si sofferma mai sul fatto che in paesi come Afghanistan, Siria e Ucraina anche solo accedere all'istruzione elementare al giorno d'oggi sia difficile per le situazioni in cui versano i paesi.

Grazie ai social, si è creata un'amicizia con un ragazzo ucraino di 18 anni, e gli abbiamo posto alcune domande su come sta vivendo l’istruzione e la vita scolastica in questo momento così difficile per il suo Paese.

M: Inizierei chiedendoti come stai vivendo la scuola lì ora?

S: Allora, le scuole funzionano come prima, semplicemente all'inizio, quando la questione della guerra ha iniziato a concretizzarsi hanno dato la possibilità di scegliere fra seguire le lezioni online e in presenza, io ho scelto di farle on-line per esempio. L’unica differenza è che quando suona l’allarme bisogna lasciare tutto e scendere dei bunker, sia che si sia a scuola sia che sia casa, finché non si spegne.

M: Pensi che in Ucraina ci sia la libertà d’insegnamento?

S: Sì, sicuramente, perché l’Ucraina, come l’Italia, è una democrazia, ognuno può avere la propria opinione, anche se la guerra ha creato alcune divergenze.

M: Trovi che il diritto all’istruzione ti sia stato tolto in qualche modo per via della guerra?

S: Non riesco a darti una risposta, non posso nascondere che abbiamo dei problemi con l’istruzione al momento, la guerra ha portato via molte opportunità, persone e strutture, a volte non è possibile fare lezione a distanza o dobbiamo studiare nei rifugi, in generale è difficile studiare, ma come vivere, pensare che la guerra un giorno finirà e la vita andrà avanti dà speranza.

M: Vedi che, nonostante il momento, la scuola possa darti futuro?

S: Per rispondere a questa domanda devo prima dirti che il nostro sistema è costituito In modo tale che non si possa accedere all’università senza un esame chiamato “valutazione esterna indipendente” è difficile, molto, ma dà molte opportunità, questo unito alla speranza che si ha, è una buona cosa, quindi in una certa misura posso dirti che secondo me la scuola ci darà futuro.

Sono sfortunati quei ragazzi nel mondo che non hanno la possibilità di accedere all’istruzione e non hanno questo diritto e che solo in pochi riescono ad accedervi.  Per questo si dovrebbe cercare di fare diventare l’accesso all’istruzione libero per tutti indistintamente perché al giorno d’oggi è inaccettabile che ci siano ancora milioni di persone che sono ostacolate da un diritto che dovrebbero avere già tutti da molti anni, ma che invece purtroppo non è così.

Federica Barcellini e Martina Francini, 5^SSAS